La descrizione scientifica del campo EM è molto complessa, quello che segue è una descrizione estremamente semplificata nella speranza di renderla comprensibile a tutti.
Il campo elettrico si forma dove esiste una differenza di potenziale elettrico, cioè dove le cariche elettriche non sono distribuite uniformemente, come per esempio in natura tra la terra e l’atmosfera. Anche tra una persona e l’ambiente circostante può esistere una differenza di potenziale elettrico e se è sufficientemente alta si scarica con una scossa (toccando un metallo, togliendo un maglione sintetico ecc.). Un cambiamento del campo elettrico crea un campo magnetico.
Il campo magnetico si forma invece dove si muovono gli elettroni (particelle subatomari con una carica elettrica negativa) nello spazio. Per esempio il campo magnetico della terra è dovuto alla sua rotazione. Il campo magnetico di una calamita è dovuto a movimenti circolari delle cariche elettriche. Un cambio del campo magnetico induce un campo elettrico.
Il campo elettromagnetico è una forma particolare di questi due campi: quando il potenziale elettrico cambia ritmicamente con una certa velocità una parte delle cariche elettriche viene emessa nello spazio come onda elettromagnetica. In questo caso i due campi sono strettamente legati uno all’altro e oscillano con una determinata frequenza, che viene misurata in Hz (Hertz).
L’intensità del campo EM (W/m2) dipende dalla potenza della fonte e diminuisce al quadrato con la distanza dalla fonte. Questo vuol dire che una fonte di 10 W a 100 m di distanza equivale ad una fonte di 100.000 W a 10 km di distanza.
In Natura esistono vari campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Gli esseri viventi hanno imparato a convivere con questi campi, anzi alcuni di loro sono indispensabili per il mantenimento della salute perché sincronizzano alcuni processi fisici. |